Lo shock della logistica? Una spinta verso il futuro

22 Dic, 2020 | News and Industry

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Pensiamo spesso al futuro. Quella frazione di secondo post-pandemia in cui molti avranno la tentazione di tornare al business as usual, ma nella quale solo chi avrà saputo evolvere otterrà reale plus-valore.

Ma partiamo dalla fine. Sì, dalla fine.

Non possiamo essere in qualsiasi luogo in qualsiasi momento.

Gli anni della globalizzazione ci hanno illuso che i nuovi device fossero capaci di teletrasportarci lì dove avevamo bisogno come nei migliori film di fantascienza, ma la realtà non è esattamente così: l’ultimo periodo ci ha fatto riflettere su quanto contino le distanze e quanto i confini geografici rappresentino delle vere e proprie barriere.

È tempo di riprogettare il modello della propria supply chain poiché è ormai chiaro che aumenteranno:

  • la distribuzione e probabilmente la dimensione dei magazzini
  • le referenze (e di riflesso le anagrafiche prodotto)
  • il personale operativo e contemporaneamente l’automazione dei processi, che dovranno lavorare in un’ottica integrata, con WMS in continua evoluzione e magazzini ottimizzati al lavoro d’equipe.

«We’re in the same storm but not the same boat».

Non esiste un trend unico di crescita o decrescita commerciale: questo il punto di vista del dott. Carlo Rafele del Politecnico di Torino, che fotografa la situazione attuale come un esteso periodo di up and down dei mercati, nel quale molte aziende hanno compreso la necessità di innovare, fare scelte coraggiose e andare incontro alla domanda, raggiungendola lì dove tutto è possibile, persino incontrarsi senza preoccuparsi delle distanze: nel meraviglioso mondo dell’e-commerce.

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Restano ancora enormi vuoti da colmare. Vuoti nella digitalizzazione, vuoti nella sanità, vuoti sociali, che hanno accomunato tre soggetti differenti: consumer, struttura pubblica e business, ritrovatisi a fronteggiare una situazione imprevista, che ha scardinato le regole della supply chain.

È l’era di un «New (ab)normal» logistico, nel quale le imprese torneranno a valorizzare il capitale umano, l’unica vera leva competitiva in grado di differenziare le PMI dai big players, grandi aziende capaci di resistere agli shock (Amazon, Big Pharma, GDO, operatori logistici, Automotive) e alle variazioni degli equilibri commerciali dettati dai recenti accordi internazionali.

Le strategie attuate andranno ad alimentare questo scenario, grazie a scelte volte alla flessibilità e alla sostenibilità, non solo al cost saving: il periodo di instabilità attuale ha ampiamente dimostrato quanto sia fondamentale adottare policy aziendali per diversificare gli investimenti e intraprendere attività commerciali anche in altri paesi (China Plus One).

Il risultato? L’accorciamento della supply chain e il rientro di molte aziende (reshoring) che avevano scelto di delocalizzare le attività per motivi economici e che avrà per effetto forniture sempre più vicine al cliente finale.

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In un contesto così problematico, Daniel Pagnan, CEO di Mox Solutions e consulente per la digitalizzazione della logistica di magazzino, individua quattro aspetti pratici su cui intervenire:

  • Identificare gli anelli deboli della supply chain
  • Potenziare la supply chain tramite l’integrazione
  • Monitorare attività e performance in magazzino
  • Pianificare e predire per una supply chain più solida, che garantisca la tracciabilità.

Lo step fondamentale riguarda l’analisi degli anelli deboli della catena della supply chain, in particolare nei cosiddetti “punti di raccordo”, rappresentati dalle fasi di acquisto, accettazione merci e infine dalla vendita. Nel mezzo troviamo l’assemblaggio o altre attività tipiche della produzione, il prelievo all’interno del magazzino (picking) per finalizzare l’ordine e servire il cliente (delivery).

Quali sono, attualmente, i problemi più comuni?

In quasi tutte le aziende che non hanno avviato il processo di digitalizzazione, è possibile individuare alcuni elementi di fragilità che che si ripercuotono sulla supply chain:

  • la scarsità di alternative di fornitura (negli acquisti)
  • la mancata comunicazione tra fornitore e cliente
  • l’elevata variabilità della domanda (che rende difficile fare previsioni in virtù dei dati storici)
  • i limiti del fornitore diventano limiti propri (la mancata digitalizzazione del vettore ad esempio, si ripercuote inevitabilmente sul committente che non può fornire servizi ai propri clienti)

Arriviamo a come creare liquidità per il tuo magazzino.

La mancanza di liquidità è uno dei problemi maggiormente percepiti dalle PMI: la chiave di lettura proposta da Daniel Pagnan è il miglioramento continuo dei processi aziendali, per affrontare i problemi e risolverli in tempi rapidi, in un periodo storico in cui è possibile trarre vantaggio dalle agevolazioni fiscali.

Ne abbiamo parlato con Franco Rasotto, con un focus specifico sulla gestione delle agevolazioni per la digitalizzazione della logistica di magazzino.

Guarda il video >>> https://youtu.be/_Hla6EqOVoE

 

Noi di Mox Solutions ci proponiamo come consulenti di processo, per convertire fogli di calcolo e algoritmi in sistemi parametrizzabili più dinamici e veloci (che ad esempio lavorino su periodi di rilevamento più frequenti, dal mese alla settimana, vista la variabilità della domanda), garantendo maggior chiarezza: al terzista è consentito l’accesso da remoto grazie ad un apposito strumento software, che protegge i dati aziendali sensibili e al tempo stesso ne permette una consultazione mirata al profilo utente selezionato.

La difficoltà più evidente è rappresentata dall’assenza di identificazione e di controllo del prodotto che arriva in magazzino, causati dalla difficoltà di coordinamento tra l’ufficio acquisti e quello logistico. A queste problematiche è possibile rispondere con l’integrazione dei flussi a qualsiasi tipo di barcode, qr code o serial number: in magazzino è così possibile verificare la conformità della merce prevedendone l’arrivo, e verificando successivamente la merce formalmente indicata nella bolla di accettazione consegnata dal vettore, con un approccio paperless che riduce la possibilità di errore.

Gli operatori risultano così autonomi nella fase post accettazione, poiché non necessitano di ulteriori info se non quelle fornite dal software, capace di pilotare lo stoccaggio, e fornire dati di analisi della rotazione delle merci.

Nel processo di vendita, è evidente la debole integrazione tra l’acquisizione dell’ordine, il sistema logistico (troppe persone, troppi passaggi, troppa carta…) e l’ecommerce in seguito alla non automazione della conferma ordine, che si traduce in estrema lentezza e insoddisfazione del cliente finale.

Come rendere l’attività logistica resiliente?

Legando flussi di vendita e logistica, attraverso connettori standard integrati al sistema logistico (WMS) che a sua volta dialoga con il gestionale (ERP) e le console web del sistema WMS consultabile da qualsiasi postazione on-site o remota.
Per formalizzare il processo è importante che le aziende si dotino di questa capacità per acquisire la conferma dell’ordine tramite strumenti di BPM (Business Process Management).

Arrivando al cuore operativo dell’azienda, il picking, troviamo spesso prelievi troppo rigidi, nessuna informazione su cosa sta succedendo real time in magazzino, oltre all’ingovernabilità dell’ordine, che muta continuamente. È perciò indispensabile dotarsi di strumenti versatili anche dal punto di vista grafico, con geometrie variabili in funzione al tipo di dispositivo utilizzato nell’ambiente di lavoro, con un sistema capace di gestire le variazioni last minute.

Infine,

nella fase di spedizione (delivery), identifichiamo problemi legati all’assenza di integrazione con gli spedizionieri e di dialogo con il cliente, che, abituato agli standard imposti da Amazon e altri big players, rimane deluso di fronte all’impossibilità di tracciare la spedizione. Per questo abbiamo integrato i sistemi software dei principali vettori per fornire info sulle spedizioni, dall’ordine alla soddisfazione della richiesta.

In sintesi, creare un ecosistema in grado di gestire il concetto di acquisizione dell’ordine omnicanale, garantisce la possibilità di pianificare la produzione, interagire con gli ordini e tracciarli in maniera pervasiva: tutto ciò genera dati che monitorano le operazioni di picking, packaging, stoccaggio, i picchi durante l’anno e la resa del reparto, del gruppo di lavoro o del singolo operatore, per migliorare e fornire un’analisi completa della redditività complessiva.

Digitalizzare è più semplice,

se si parte da un’accurata analisi interna e si scelgono strumenti su misura, che si agganciano al sistema logistico, notificando real time (ad esempio via mail) i dati necessari: da un sistema passivo, in cui per ottenere informazioni bisogna andarle a cercare, si passa ad un sistema proattivo che anticipa il problema. Una leva competitiva per le fasi di analisi, approfondimento e previsione, con moduli che elaborano il portafoglio ordini, propongono date di consegna verosimili, visualizzano il piano consegna e dialogano con il sistema logistico, per finalizzare il prelievo della merce in tempo zero a fronte di un pagamento già eseguito.

Si estende così anche il concetto di tracking/tracciabilità del pacco, così come della singola referenza di prodotto, poiché acquisendo i seriali, vengono identificati dal sistema i prodotti di qualsiasi conformazione e in qualsiasi fase: una funzionalità molto utile nel caso si abbia a che fare con mercati esteri complessi o poco conosciuti e quindi da monitorare con maggiore attenzione rispetto ai più consolidati.

In conclusione,

dobbiamo saper fare tesoro dello shock dei processi logistici in reazione al Covid, poiché rappresenta una vera e propria spinta verso il futuro della logistica.

Digitalizzare grazie alle agevolazioni è possibile. Scopri le agevolazioni valide >>> https://youtu.be/_Hla6EqOVoE

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